07 febbraio 2008

Bastoncini Findus e Montale


HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO, MILIONI DI SCALE


Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perchè con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.


Sarà che stanotte ho sognato le verifiche di storia difficili della prof di seconda superiore, sarà un po' di nostalgia per i tempi del liceo e le amiche (ma non sarà un po' presto avere già questo tipo di nostalgia?) o forse perchè più probabilmente si avvicina la fine di un capitoletto ed è, giustamente, tempo di bilanci. E viene naturale chiedersi se si è fatta la scelta giusta. E ci sono mille dubbi per la testa: avrei dovuto fare qualcosa che mi dava la possibilità di trovare più facilmente lavoro? o forse mi sarebbe piaciuto di più fare lettere? Che sia chiaro, tornassi indietro risceglierei di nuovo il mio corso che mi è piaciuto tanto... ma i dubbi ci sono!

Comunque sia, in questo clima di nostalgia e torte mentali stamattina mentre toglievo la polvere da sotto il letto mi è tornata in mente l'immagine del mio quadernetto di poesie del liceo, quello con le parafrasi, gli appunti, le figure retoriche e i fogli a protocollo bianchi e l'attesa e la speranza che ti capitasse la poesia "giusta".

E fra tutte quelle poesie mi è tornata in mente questa. Sarà perchè Montale era il mio cavallo di battaglia (oddio mi sto sempre più amicizzando)? Sarà perchè di questa poesia mi sono innamorata? Sarà perchè tra questi versi io non ci ho mai visto solo qualche alliterazione (?) ma mi faceva sognare?


Ora forse la mia interpretazione è più libera rileggendola senza più quelle note che ti svelano tutto, senza dover rendere conto di quello che capisci e quello che non capisci... e forse rileggendola ora dopo 4 anni in cui mi son scordata chi era Mosca e tutte quelle cosette, ora restano solo le emozioni. emozioni pure.

Mi è sempre piaciuta questa Mosca così lonatana dalla donna angelizzata, questa Mosca così reale, così vera, così quotidiana. Così profonda, che vede oltre la superficie, che coglie l'essenza. Mosca la compagna di una vita, Mosca di cui non si può fare a meno, Mosca che se ne va e ti lascia solo nelle tue insicurezze. Mosca che hai amato tanto. Che non riesci a scordare.

E tutte quelle scale, quei milioni di scale. Chissà quante volte lui e Mosca le hanno fatte insieme, chissà quante volte ha ripetuto un gesto quotidiano con la presunzione di essere lui il protagonista e non si è reso conto che chi lo guidava era Lei, ... quante cose si saranno detti e quanti rimpianti per i momenti che non si ricordano più, che si sarebbe voluti imprimere nella memoria.

E tra tutti i cuoricini di peluche delle vetrine, i baci perugina eccomi ancora alla ricerca di un qualcuno che abbia voglia e forza per scendere milioni di gradini, come 4 anni fa. insieme. forse bisognerebbe iniziare a guardarsi intorno, forse ci vorrebbe il coraggio di provare ad affrontare il vuoto ad ogni gradino. forse. forse ci va solo ancora un po' di tempo. forse il tempo è già passato e ci va solo un po' di voglia... forse con i forse si riamne sempre in bilico tra uno scalino e l'altro, non si scende nè si sale, non si va da nessuna parte! e come direbbe Marzia "treni che vanno e treni che vengono", come la pubblicità della findus!

Buona notte!



2 commenti:

LaStefy ha detto...

La ricerca di un compagno così è davvero un'impresa, in cui niente va mai dato per scontato...per cui, nel frattempo, è bene imparare a scenderle da soli le scale. Che poi, quando ci si riesce, dà una certa soddisfazione! ;-)

Anonimo ha detto...

good start